Confronto degli SSD interni migliori
- Garanzia di 3 anni, durata di 1 milione di ore MTBF
- Formato da 2,5” SATA 3.0 disponibile anche in M.2
- Consuma al massimo 1,53 W durante il salvataggio
- Gestisce i trasferimenti con Intelligent TurboWrite
- Design da 2,5 pollici e interfaccia SATA da 6 GB/s
- Sfrutta la modalità Sleep per risparmiare energia
- Affidabilità di 1200 TBW e 1,5 milioni di ore MTBF
- Può leggere e scrivere viaggiando a 3,5 e 3,2 GB/s
- Sistema di monitoraggio Dynamic Thermal Guard
Come scegliere un SSD interno
Indice
Componenti e memorie
Se dopo anni di onorato servizio il proprio computer è diventato particolarmente lento nell’avviarsi così come nell’aprire file e cartelle, non si deve necessariamente acquistare un nuovo pc, ma spesso può bastare la sostituzione della scheda di memoria con un SSD interno.
Oltre ad avere un costo più accessibile, tale soluzione in molti casi risolve questo tipo di problemi, dando nuova vita al proprio dispositivo e migliorandone drasticamente le prestazioni.
Nei vecchi hard disk le informazioni vengono incise tramite apposite testine, le quali magnetizzano e smagnetizzano porzioni di disco rigido. Proprio questo funzionamento meccanico comporta una maggiore rumorosità e rallentamenti nel tempo dovuti al deterioramento dei singoli elementi, i quali inoltre sono più suscettibili agli urti.
Ottimizzano la loro durata con algoritmi di livellamento dell’usura
Rispetto a queste periferiche, un SSD interno, acronimo di “Solid-State Drive”, ossia “disco a stato solido”, è una memoria di massa priva di componenti in movimento e di conseguenza più silenziosa, rapida e resistente. Infatti la sua struttura comprende sempre
- Memorie flash
- Controller
- Cache
Che si voglia leggere un documento oppure copiarlo altrove, ciò non sarebbe possibile senza il controller a coordinare ogni operazione. La memoria cache in un SSD interno è un’area dalla capacità ridotta che viene riempita e svuotata continuamente per salvare temporaneamente il contenuto aperto in modo da velocizzarne l’accesso.
Lo spazio di archiviazione è rappresentato da una o più memorie flash solitamente di tipo NAND o V-NAND in cui il salvataggio avviene sfruttando le proprietà dei semiconduttori e non dei supporti magnetici, in modo ché venga occupata ogni area in maniera uniforme. Queste unità possono variare tra loro da un modello all’altro, ma tendenzialmente vengono classificate come
- MLC
- TLC
- SLC
Per ciascuna tipologia la sigla “LC” sta per “Level Cell” mentre la prima lettera indica il numero di bit immagazzinabili in ogni cella dalla memoria flash, la quale se SLC può ospitare solo un bit, MLC 2 e TLC 3 bit. A fare la differenza tra l’una e l’altra sono la durata e i costi di mantenimento, i quali sono più elevati per le SLC, che per questo motivo sono adoperate soprattutto nei server, mentre MLC e TLC trovano impiego nei computer di uso comune.
Generalmente un hd SSD interno economico viene venduto senza accessori in dotazione, a parte il manuale di istruzioni contenente spiegazioni, illustrazioni e consigli utili su come montare il device, ma le varianti di fascia alta di solito nella loro scatola originale includono
- Programma di gestione
- Software di clonazione
- Distanziatore
Spesso gli SSD interni migliori vengono forniti insieme a un programma di gestione, il quale serve a monitorarne ogni aspetto, eseguire test sulle performance e aggiornare il firmware. Il software di clonazione invece agevola nel trasferimento dei contenuti dal disco rigido del proprio computer alla nuova periferica di archiviazione, rendendo di fatto la procedura automatica senza bisogno di perdere tempo a spostare i file singolarmente.
Al fine di sistemare correttamente un hard disk SSD interno per pc desktop a volte è compreso un distanziatore grazie a cui si riuscirà a posizionarlo negli alloggiamenti più grandi riscontrabili nei computer fissi risalenti a qualche anno fa.
Interfaccia e capacità
Chi non ha dimestichezza con queste componenti è normale che non sappia come scegliere un hdd SSD interno adatto alle proprie esigenze. Ovviamente va bene valutare in base al rapporto qualità prezzo dell’oggetto, ma è altrettanto fondamentale prima del proprio acquisto verificare il formato compatibile con l’elaboratore di cui si dispone, facendo distinzione tra
- SATA
- M.2
Se i portatili più datati montavano lo standard mSATA, quelli sottili di ultima generazione, ovvero gli Ultrabook, usano invece varianti dal design M.2, le quali riescono a integrarsi alla perfezione nella scheda madre di questi dispositivi senza aumentarne l’ingombro. Infatti le loro dimensioni ridotte si aggirano intorno ai 8 x 2,5 x 0,25 cm per un peso tra i 5 e gli 8 g.
Sulle specifiche tecniche dei prodotti a volte è possibile trovare la scritta M.2 seguita da 4 cifre, dove i primi 2 numeri indicano l’ampiezza espressa in millimetri, mentre gli ultimi 2 l’altezza dell’unità. Dunque un SSD interno M.2 2280 semplicemente sarà largo 22 mm e alto 80 mm.
Formati a confronto | SATA | mSATA | M.2 |
---|---|---|---|
Dimensioni | 10 x 7 x 0,7 cm | 3 x 5 x 0,1 cm | 8 x 2,5 x 0,25 cm |
Interfaccia | SATA | SATA | SATA, PCle o NVMe |
Peso | Tra 39 e 50 g | Tra i 5 e gli 8 g | Tra i 5 e gli 8 g |
Per sostituire la memoria del proprio vecchio computer di norma bisogna orientarsi verso un disco SSD interno SATA, il quale, avendo la stessa grandezza di un hard disk tradizionale dell’omonima tipologia, ossia sui 10 x 7 x 0,7 cm per un peso tra 39 e 50 g, va inserito nel case in un apposito alloggiamento da 2,5 o 3,5 pollici.
Molti non sanno che lo standard SATA è un fattore di forma e una interfaccia logica, ovvero un protocollo di comunicazione su cui si basa l’interazione tra pc e periferica grazie a cui si può aprire uno specifico file o spostarlo da una cartella all’altra con una velocità teorica di 6 Gbps in SATA 3.
Alcuni permettono di crittografare i dati
Questo speciale connettore non si trova solo nei modelli dall’omonimo design ma anche in un hard disk SSD interno per notebook mSATA capace di trasferire dati a 16 Gbps e in certi M.2, i quali quasi sempre invece adottano connettori PCl-Express, meglio conosciuti con l’abbreviazione PCle, e quelli NVMe in grado di raggiungere teoricamente i 32 Gbps.
A incidere minimamente su dimensioni e peso dell’unità è pure la capacità della memoria flash, la quale può mettere a disposizione dell’utente uno spazio d’archiviazione grande svariati GB, dove le varianti più ricorrenti sono
- 120
- 240
- 250
- 480
- 500
- 512
- 960
- 1000
- 2000
- 3000
- 4000
Chi si diletta a scrivere documenti di testo e a navigare sul web risparmierà parecchio sul prezzo finale procurandosi un hard disk SSD interno 120gb, mentre se invece per passione si conserva un archivio musicale costantemente aggiornato con le ultime canzoni del momento ci si dovrà orientare su un SSD interno 250 gb, così sarà più difficile riempirlo del tutto.
Se gli amanti dei videogiochi per riuscire anche solo a installarli hanno bisogno di un SSD interno 500gb, i fotografi professionisti invece per gestire contenuti tanto grandi come le foto in RAW dovranno investire su un hard disk SSD interno 1tb, la cui capienza corrisponde a ben 1000 GB.
Quando si fanno dei montaggi video o si lavora con programmi di grafica è facile generare dei file di grosse dimensioni, sono proprio questi i casi in cui è consigliabile l’uso del miglior SSD interno 2tb, equivalenti a 2000 GB, o addirittura di versioni dalla capacità superiore come 3 e 4 TB in modo da non rimanere a corto di spazio sulla memoria.
Performance e durata
Quando non si sa quale scegliere tra i tanti modelli di SSD interno, oltre a valutare in base all’alloggiamento disponibile sul proprio pc e alle interfacce da esso supportate, il consiglio è quello di assicurarsi che pure le prestazioni siano all’altezza delle proprie aspettative.
A tal scopo è fondamentale consultare le specifiche tecniche del proprio hard disk SSD interno concentrandosi in particolare sui valori relativi alla velocità, la quale è da considerarsi di lettura nel momento in cui si accede a un file e di scrittura quando invece esso viene salvato o spostato sul disco fisso.
Se espressa in MB/s e GB/s, rispettivamente Megabyte e Gigabyte al secondo, questa grandezza rappresenta una misurazione sequenziale e dunque teorica, mentre per avere un’idea delle performance reali bisogna rifarsi alla velocità casuale o random 4k.
Essa assume questa denominazione in quanto lavora su porzioni da 4 KB e viene quantificata in IOPS, un acronimo il cui significato è “operazioni di input/output per secondo”.
Velocità | Lettura | Scrittura |
---|---|---|
Sequenziale | Da 500 MB/s a 4,5 GB/s | Da 400 MB/s a 3,5 GB/s |
Casuale 4k | Da 95000 a 550000 IOPS | Da 90000 a 500000 IOPS |
Il fatto di essere più o meno rapido dipende dall’interfaccia utilizzata, per questo motivo un hard disk SSD interno 500gb di tipo SATA risulta lento rispetto a un modello M.2 dotato di connettore PCle o NVMe. Per riuscire a comprare il migliore SSD interno per notebook o pc desktop, un altro aspetto su cui fondare la valutazione è la sua aspettativa di vita utile.
Si tratta di un valore indicato in milioni di ore sulla base di calcoli MTTF e MTBF, acronimi rispettivamente di “Mean Time To Failure” e “Mean Time Between Failure”, ossia in media entro quanto si verificherà un guasto non sempre riparabile e il lasso di tempo che intercorre tra 2 avarie di solito risolvibili.
Un ulteriore parametro legato all’affidabilità di un SSD interno è il TBW, ossia “Total Bytes Written”, il quale definisce la quantità di informazioni memorizzabili nell’arco della giornata. Ovviamente si tratta di una stima approssimativa e variabile in base al carico di lavoro, come, ad esempio, il numero di volte in cui dei file vengono salvati e cancellati.
Normalmente godono di una garanzia dai 3 ai 5 anni
Se per mestiere si ritoccano spesso fotografie si dovrebbe prediligere un SSD interno 1tb dall’elevata velocità e durata nel tempo, mentre chi usa il computer qualche ora al giorno per navigare in internet resterà soddisfatto con un hard disk SSD interno 250gb in grado di raggiungere valori sequenziali di 500 MB/s e casuali di 95000 IOPS e con MTBF di 1 milione di ore.
A migliorare di molto le prestazioni di un SSD interno contribuiscono pure le funzionalità aggiuntive riscontrabili nei modelli di fascia alta, tra cui non mancano mai
- Backup
- SMART
- Sleep
Per evitare la perdita di informazioni preziose dovuta all’improvvisa assenza di elettricità, è bene prediligere un prodotto munito della cosiddetta batteria di backup, ovvero un condensatore grazie a cui verranno portate a termine tutte le operazioni di scrittura in corso qualora venisse a mancare l’energia.
Il monitoraggio del proprio SSD interno può essere eseguito automaticamente nelle versioni equipaggiate con SMART, acronimo di “Self-Monitoring, Analysis and Reporting Technology”, la cui tecnologia riesce a prevedere circa il 60% dei malfunzionamenti possibili avvisando l’utente prima del verificarsi del guasto in modo da dargli il tempo di trasferire su un’altra memoria i dati più importanti.
Se invece si vuole risparmiare sulla bolletta elettrica, lo si potrà fare abilitando la modalità Sleep laddove presente. Quando attiva, essa riduce i consumi ogniqualvolta la periferica non venga utilizzata o entri in standby.
Procedura di installazione
Dopo aver acquistato un SSD interno economico o di fascia alta non resta altro da fare se non montarlo nel proprio portatile o laptop seguendo la procedura dettagliatamente illustrata sul manuale di istruzioni incluso nella confezione originale o comunque solitamente scaricabile dal sito del produttore.
Se ci si chiede come installare un SSD interno, bisogna sapere che non è necessario far svolgere l’operazione a un tecnico specializzato, in quanto riuscirà nell’impresa anche chi è alle prime armi semplicemente dotandosi di un cacciavite piccolo. Fatto ciò, per riuscirci occorre
- Spegnere il pc e rimuovere l’alimentatore
- Aprire la scocca o il case senza forzare
- Estrarre la vecchia memoria dallo slot
- Inserire e connettere la nuova periferica
- Riassemblare ciascuna delle componenti
- Attaccare alla corrente e avviare il computer
- Verificare il funzionamento del disco rigido
Al fine di disporre subito dei propri dati è fondamentale mettere in comunicazione il terminale col SSD interno sfruttando i cavi di collegamento compresi nella dotazione, come quello con estremità USB e SATA sempre presente nell’omonimo formato, dopodiché rimane solo da trasferire i propri file sulla periferica.
Qualora nella scatola originale venisse fornito un software di clonazione si sarà ulteriormente facilitati nel compito, poiché basterà indicare al programma il disco di partenza e quello di destinazione in cui verranno copiati in automatico i contenuti. Ovviamente chi desidera installare da zero il sistema operativo non avrà bisogno di alcun backup e dovrà solo spengere l’elaboratore e scollegarlo dall’alimentazione.
Nel caso in cui si volesse montare un hard disk SSD interno notebook, sarà bene anche rimuovere la batteria per poi aprire la scocca, individuare l’alloggiamento di norma collocato sul lato inferiore in corrispondenza della scheda madre e infine estrarre la vecchia memoria per allineare e avvitare la nuova unità a questo componente, aiutandosi con un cacciavite.
Di solito è compatibile con tutti i sistemi operativi
Per sistemare un SSD interno pc desktop di tipo SATA invece occorre smontare il pannello del case in modo da collegare un cavo dall’alimentatore alla periferica al fine di fornirle energia. Servirà inoltre un secondo cablaggio per mettere in comunicazione quest’ultima con il connettore SATA della scheda madre per effettuare il trasferimento dati.
A questo punto bisogna riassemblare ciascuna delle componenti, inclusa l’eventuale batteria rimossa durante il montaggio di un SSD interno per portatile, per poi attaccare il pc alla corrente e avviarlo. Solo così si potrà verificare il funzionamento corretto del disco rigido e all’occorrenza intervenire.
Se al termine si avessero dei dubbi sul buon esito della procedura, basterà installare sull’elaboratore il programma di gestione spesso fornito in dotazione per merito del quale si verrà subito informati in caso di anomalie e soprattutto si potrà tenere aggiornato il firmware ed effettuare dei test sulle prestazioni.
Dotarsi di un hard disk SSD interno 2tb o di diversa capacità è un’ottima soluzione per dare nuova vita a un computer acquistato qualche anno fa, tuttavia qualora non ci si sentisse particolarmente sicuri nell’eseguire l’operazione sarà bene leggere attentamente il manuale di istruzioni del prodotto o in alternativa rivolgersi al proprio tecnico di fiducia.
Recensioni dei migliori SSD interni
1. Kingston A400 240GB
Se il proprio computer non è dei più nuovi, non bisogna rinunciare a installare un ssd interno, ma occorre dotarsi di Kingston A400 240GB e della sua interfaccia SATA 3.0, la quale, essendo retrocompatibile anche con standard precedenti, riuscirà a comunicare con le componenti dei pc meno recenti.
Potendo contare su una garanzia di 3 anni comprensiva del supporto tecnico gratuito e su una durata stimata pari a 1 milione di ore MTBF, questo SSD interno rappresenta la scelta ideale per chi cerca una soluzione a lungo termine capace di raggiungere in lettura una velocità sequenziale di 500 MB/s e in scrittura di 350 MB/s.
Vista la sua capacità di 240 GB e il formato 2,5 pollici SATA 3.0, Kingston A400 240GB pesa 41 g per 10 x 6,99 x 0,7 cm di dimensioni, ma esiste pure in altre varianti in grado di fornire più o meno spazio a seconda delle proprie esigenze e di adattarsi persino a dispositivi moderni grazie al design M.2 2280.
A facilitare la procedura di installazione ci pensa un apposito software da scaricare dal sito del produttore, dopodiché, una volta messo in funzione, i suoi consumi saranno mediamente di 0,28 W per arrivare a un massimo di 1,53 W durante il salvataggio dei contenuti.
2. Samsung 860 Evo 500GB
Chi per lavoro ha bisogno di prestazioni ottimali mantenendo ridotti i consumi elettrici può affidarsi a Samsung 860 Evo 500GB, in quanto si tratta di un ssd interno dall’ingombro ridotto equipaggiato con una memoria capiente, un microprocessore intelligente e una funzione di risparmio energetico.
Al fine di adattarsi alla maggior parte dei computer, Samsung 860 Evo 500GB dispone di 500 GB di spazio, segue un design da 2,5” e si serve dell’interfaccia SATA 6 GB/s compatibile anche con le versioni da 3 GB/s e 1,5 GB/s. All’occorrenza sarà possibile procurarselo nella variante M.2 2280 o in quella mSATA scegliendo la capacità appropriata tra 250 GB e 4 TB.
Nel suo peso di 50 g per 10 x 6,98 x 0,68 cm è inclusa la tecnologia Intelligent TurboWrite, ovvero il microprocessore che si occupa di gestire i trasferimenti dei file, le cui velocità di lettura e scrittura sequenziali arrivano a 550 MB/s e 520 MB/s, invece quelle casuali a 98000 IOPS e 90000 IOPS.
Durante l’utilizzo questo SSD interno assorbirà in media sui 2,5 W e potrà raggiungere un massimo di 4 W mentre è a pieno regime. A ottimizzare i consumi contribuisce la modalità Sleep, la quale entra in azione quando non in uso.
3. Samsung 970 Evo Plus 500GB
Quando si lavora con fotografie in RAW e programmi di grafica serve un ssd interno come Samsung 970 Evo Plus 500GB, il quale può contare su ottime velocità, capacità d’archiviazione e meccanismi in grado di tenere sotto controllo la temperatura al fine di garantire sempre performance eccezionali.
Nelle sue dimensioni di 8,01 x 2,21 x 0,23 cm per 8 g di peso, questo SSD interno ospita una memoria cache da 512 MB DDR4 SDRAM, una di archiviazione V-NAND MLC e un controller Phoenix. Questi elementi permettono di salvare fino a 500 GB di file in qualsiasi formato.
Oltre ad avere un’affidabilità di 1200 TBW e 1,5 milioni di ore MTBF, Samsung 970 Evo Plus 500GB è in grado di gestire rapidamente contenuti piuttosto grandi. Infatti raggiunge velocità di lettura sequenziale fino a 3,5 BB/s e a 3,2 GB/s in scrittura, mentre quelle casuali arrivano a 620000 e 560000 IOPS.
Questo apparato dal fattore di forma M.2 2280 e interfaccia NVMe 1.3 riesce a funzionare correttamente, purché la temperatura dell’ambiente sia compresa tra 0° e 70° C. In ogni caso sarà sempre in grado di disperdere il calore efficacemente grazie al sistema di monitoraggio Dynamic Thermal Guard, che evita il verificarsi di cali nelle prestazioni.
Opinioni finali
Tecnici e professionisti del settore sanno bene quale scegliere tra i molteplici modelli di SSD interno, ma i più inesperti invece potrebbero sentirsi persi in mezzo a tanti prodotti. Ovviamente è giusto lasciarsi tentare dalle offerte del momento e dagli sconti dedicati, ma, oltre ai prezzi, bisognerebbe guardare alla compatibilità di queste periferiche col proprio elaboratore, soprattutto per quanto riguarda formato e interfaccia.
Se si è alla ricerca di un disco rigido al miglior rapporto qualità prezzo si può optare per Kingston A400 240GB, il quale, pur essendo di fascia bassa, dispone di tutto il necessario per soddisfare gli usi più comuni, poiché combina una capacità d’archiviazione adeguata a delle buone velocità in lettura e scrittura.
Chi per il proprio lavoro ha bisogno di un dispositivo provvisto della migliore affidabilità e dunque destinato a durare nel tempo dovrebbe puntare su Samsung 860 Evo 500GB. Sulle specifiche tecniche di questa versione di fascia alta sono dichiarati un’elevata aspettativa di vita e una capienza ideale per gestire grossi file o vasti archivi digitali.
Quando si condividono gli spazi con altri colleghi in ambienti chiusi è bene non sottovalutare i cali di prestazione legati al surriscaldamento. Per questo il componente di fascia alta Samsung 970 Evo Plus 500GB è equipaggiato con i migliori accorgimenti in tal senso, tra cui un dissipatore di calore e un sistema di monitoraggio ad hoc.
Avvii interminabili e video che sembrano non aprirsi saranno un lontano ricordo, purché ci si procuri un SSD interno, magari approfittando di una speciale offerta o uno sconto promozionale ad alleggerirne il prezzo finale, specie se si tratta di una variante di fascia alta, la quale di solito possiede interessanti funzionalità aggiuntive in grado di rendere la periferica ancora più rapida ed efficiente.
Quale SSD interno scegliere? Classifica (Top 3)
Prodotto | Offerta | Sconto | Voto |
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Domande frequenti
- Può essere inserito in un tablet?
-
Sì, purché si tratti di un SSD interno nel formato M.2 dalla grandezza appropriata e dotato di un’interfaccia compatibile col device in proprio possesso.
- Quanto tempo impiega per trasferire i file sulla nuova unità?
-
È difficile dare una risposta precisa, poiché tale tempistica dipende dalla mole di dati da copiare e dalla tipologia di hard disk usata dal proprio elaboratore, la quale in ogni caso rappresenta l’eventuale collo di bottiglia della procedura.
- Nel montaggio è importante che combaci perfettamente?
-
Certo, altrimenti il proprio SSD interno potrebbe non venire riconosciuto. Per assicurare la giusta aderenza in alcuni casi basta servirsi di staffa, telaio di supporto, linguette, adattatore, viti o di un distanziatore.
- Necessitano di deframmentazione periodica?
-
No e anzi questa procedura può ridurne la vita utile, ragion per cui andrebbe disabilitata qualora venga eseguita in automatico periodicamente dal proprio laptop o portatile.
- È consentita l’installazione in hot-plug ?
-
No, l’operazione va sempre effettuata a computer spento e scollegato dalla corrente elettrica.
- Si può utilizzare come se fosse un hard disk esterno?
-
Ciò solitamente è possibile con le versioni SATA, le quali possono essere ospitate in alloggiamenti esterni e collegate al proprio device tramite prese USB, Firewire e Thunderbolt a seconda delle porte disponibili.
- Subiscono cali di prestazioni nel tempo?
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Di norma no, poiché questi dischi rigidi non possiedono componenti meccaniche soggette a usura e inoltre riescono a mantenere i tempi di accesso ai file identici per ogni cella.
- Cosa succede se lo si collega a un’interfaccia non compatibile?
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Semplicemente la periferica non viene rilevata e riconosciuta dal sistema operativo del proprio pc, il quale dunque non sarà in grado di copiarci sopra alcun contenuto né tantomeno di leggerlo.