Confronto dei rastrelli migliori
- Favorisce posizioni operative ottimali
- Lunghezza totale ideale, pari a 175 cm
- Con manico forato e leggero in alluminio
- Largo 42 cm, ampia superficie di lavoro
- Adatto per coadiuvare la nuova semina
- Elevata leggerezza e flessibilità di utilizzo
- Utilizzabile anche per sarchiare e scarificare
- Struttura realizzata in robusto acciaio zincato
- 2 file di denti per un totale di 32 elementi
Come scegliere un rastrello
Indice
Principali utilizzi
Ogni anno, con l’approssimarsi della stagione autunnale e la conseguente caduta a terra delle foglie degli alberi, sia in città che nelle campagne, vi è la necessità di radunare i residui vegetali in cumuli ordinati. Tale operazione ha principalmente una funzione di pulizia, propedeutica a evitare che l’inevitabile marcescenza possa rendere strade e cortili scivolosi e fangosi.
Al contempo, questo tipo di lavoro può essere utile anche nell’ottica di procurarsi elementi per l’inserimento di materiale secco nelle compostiere e per la pacciamatura degli orti, ovvero l’operazione che consiste nel ricoprire il suolo con materiale che mantenga l’umidità e limiti la crescita di erbacce. Per far ciò, tuttavia, è indispensabile adoperare un rastrello.
Adoperato fin dall’antichità nei contesti rurali, il rastrello è un utensile ben conosciuto e diffuso in tutto il mondo, semplice nella forma e nell’utilizzo, ma adeguato a coadiuvare in diverse situazioni operative. Infatti, tale attrezzo non trova la sua unica applicazione nei mesi autunnali, ma risulta estremamente utile anche in altri momenti dell’anno.
Periodo | Impieghi |
---|---|
Primaverile | Arieggiatura del terreno per favorire la crescita ordinata e salutare del manto erboso, movimentazione e sarchiatura prima della semina |
Estivo | Raccolta di residui di potatura, attività di radunamento di erba tagliata, paglia e fieno o altri sfalci derivanti dalla pulizia dei terreni |
Autunnale | Pulizia conseguente alla caduta delle foglie, raccolta di frutti come noci, castagne o altri prodotti a guscio |
Invernale | Rimozione di leggeri strati di neve o ghiaccio da superfici altrimenti difficilmente raggiungibili, ad esempio falde di tetti |
Tutto l’anno | Livellamento e pareggiamento di superfici in ghiaia o sabbia, ad esempio viali cittadini e simili, oppure pulizia di spiagge |
Nonostante siano popolarmente immaginati come strumenti adoperati esclusivamente in estate e in autunno, i rastrelli possono svolgere molte funzioni lungo tutto l’arco dell’anno. Quantunque molti agricoltori e giardinieri siano attrezzati con macchinari elettrici o a scoppio, molto spesso il rastrello rappresenta ancora l’unico modo per svolgere alcune lavorazioni.
Laddove, per via di pendenze o altre problematiche, sia impossibile operare con macchinari, infatti, è inevitabile adoperare il rastrello per erba, in modo da radunare in modo ordinato i prodotti del taglio, magari nell’ottica di produrre foraggio per l’alimentazione invernale del bestiame. Allo stesso modo, può servire per riunire sfalci di vario tipo.
Anche la cura degli orti richiede spesso l’utilizzo di simili strumenti. Il rastrello può infatti tornare utile per livellare e ammorbidire il terreno tra l’aratura e la semina, quindi tipicamente nel periodo primaverile, oppure per eliminare sottili strati di neve, così da evitare la formazione di strati di ghiaccio, da tetti o luoghi non raggiungibili con una pala.
Non è solo nei contesti agricoli però che un rastrello può essere adoperato con efficacia. I viali ghiaiosi di cimiteri e città ad esempio, possono richiedere di spargere pietrisco con questo utile e versatile strumento, così come alcune attività di livellamento di materiali edili o di pulizia con segatura in stabilimenti meccanici.
Struttura e modelli
Visti i numerosi ambiti operativi nei quali tali prodotti possono rivelarsi estremamente utili e, dunque, esaminati i molto validi motivi per acquistare il miglior rastrello, è importante fare una panoramica su alcuni aspetti costruttivi generali, grazie ai quali sarà possibile iniziare a capire quale scegliere in base alle necessità specifiche.
Nonostante si tratti di utensili con una conformazione senz’altro molto semplice e basilare, i rastrelli possono presentare caratteristiche strutturali diverse a seconda dell’uso per il quale sono stati concepiti. A prescindere da ciò, però, gli elementi che compongono lo strumento sono sempre i medesimi ed è utile comprenderne la funzione per definire a cosa serve il rastrello.
Per quanto possa sembrare scontato, il manico è senz’altro la parte più importante, poiché permette la movimentazione dell’intero attrezzo. Va detto, però, che non tutti i modelli presentano già un manico in dotazione, richiedendo un acquisto supplementare, giustificabile dal fatto che le impugnature ad oggi possono spesso essere intercambiabili tra utensili.
I modelli di alta fascia permettono di regolare la distanza tra i rebbi
Indipendentemente dal fatto che sia già presente oppure risulti necessario procurarselo in un secondo momento, il manico dovrà essere solido e adatto al lavoro da svolgere, tenendo a mente come livellare uno strato di ghiaia, ad esempio, richieda l’applicazione di una forza maggiore di quella necessaria a radunare foglie secche.
Al manico, sia esso molto resistente o meno, sarà sempre collegato in modo perpendicolare un pettine, tradizionalmente con lunghi chiodi ricurvi, oggi più spesso con incastri a scatto oppure terminali filettati. Il pettine del rastrello è in parole povere una barra orizzontale, di dimensioni e composizione variabile, dalla quale sporge una dentatura.
I denti del rastrello, anch’essi diversi da un modello all’altro in base al numero, alla disposizione, al materiale costruttivo e all’uso per il quale sono stati realizzati, sono gli elementi che consentono all’operatore di svolgere il lavoro vero e proprio. Vengono spesso chiamati anche rebbi e sono collegati al pettine tramite saldatura, imbullonamento o stampaggio.
La disamina della composizione strutturale dei rastrelli è necessaria nell’ottica di poter operare una distinzione tra i diversi modelli presenti in commercio, ognuno realizzato in modo da rivelarsi più adatto a un determinato impiego. In linea generale, sebbene le possibilità in tal senso siano molte, gli utensili ritrovabili sul mercato sono
- Classico
- A ventaglio
- Arieggiatore, o sarchiatore
Il rastrello con conformazione classica presenta dei denti diritti oppure leggermente incurvati verso l’interno e risulta di norma il modello più robusto e resistente. Molto versatile, può essere adoperato sia per il livellamento di ghiaia e pietrisco che per radunare grossi quantitativi di fieno, rametti e sfalci di ogni tipo.
Al contrario, un rastrello per foglie presenta spesso una forma a ventaglio, con dentature lunghe, molto ravvicinate e disposte a formare un triangolo o un trapezio rispetto al manico. Tale configurazione è quasi sempre più leggera e flessibile, risultando adatta in modo particolare per la raccolta di fogliame e residui secchi che non richiedano l’applicazione di molta forza.
La struttura più particolare dei modelli arieggiatori, spesso definiti anche sarchiatori o scarificatori, deriva invece dal fatto che presentano doppie file di denti disposti a diversa distanza tra loro. Questi rastrelli sono piuttosto robusti, poiché possono sia introdursi nel terreno che arieggiarlo, cioè raschiarlo superficialmente per eliminare muschi, intrecci di erba morta e altri detriti.
Materiali costruttivi
Esplicate le varie differenze di configurazione che possono intercorrere fra i vari modelli e, di conseguenza, identificare precisamente le lavorazioni per i quali questi sono stati progettati, occorre prendere in esame altre particolarità che possono aiutare a capire come scegliere il rastrello migliore in merito alle aspettative previste.
Nella fattispecie, le principali specifiche di cui tenere conto riguardano i materiali costruttivi dei rastrelli. Va da sé, infatti, che un attrezzo ideato per sopportare carichi di lavoro importanti, dovrà risultare più robusto, anche se di norma meno economico, di un rastrello adatto a operazioni più leggere. La prima caratteristica da valutare è il materiale del manico, che può essere
- Legno
- Plastica
- Alluminio
Tralasciando ovviamente i casi in cui il manico si dovrà comprare a parte, dunque potrà essere in un secondo momento scelto e montato secondo le preferenze dell’utente, il rastrello venduto già completo nella sua struttura sarà da esaminare con attenzione, poiché le specifiche costruttive di tale elemento possono determinare notevoli differenze di uso.
Il modello di rastrello giardino più classico è di norma dotato di un manico di legno, materiale versatile e robusto, il quale ben si adatta a svariati impieghi, ma che nel corso degli anni tende spesso a usurarsi, a tarlarsi e a marcire, se non opportunamente trattato. Di norma sono i manici più pesanti, ma preferiti per lavori richiedenti l’applicazione di molta forza, ad esempio la stesura della ghiaia.
Per gli impieghi più basilari, sporadici e non impegnativi, tra i quali la raccolta di foglie, sono a volte adoperate impugnature in plastica, il cui punto di forza è senza dubbio la grande leggerezza e la conseguente maneggevolezza generica del rastrello, sebbene tali soluzioni soffrano la deformazione e si rivelino generalmente meno robuste.
Una buona via di mezzo è solitamente rappresentata dai manici in alluminio, generalmente più resistenti in senso ampio, meno suscettibili all’usura e determinanti una buona manovrabilità. Chiaramente, nel caso in cui il rastrello dovesse servire sempre per lavori pesanti, il consiglio è di evitare anche l’alluminio, preferendo comunque il manico in legno.
Per i lavori più semplici esistono leggere strutture di bambù
La medesima attenzione dovrà essere riposta nella scelta del materiale costruttivo del pettine e dei rebbi ad esso collegati. Seguendo il medesimo principio, un rastrello per foglie potrà tranquillamente essere dotato di una flessibile dentatura in plastica, tuttavia potrebbe rivelarsi meno efficace se adoperato per radunare erba bagnata, zolle di terra o ghiaia.
Sebbene il rastrello plastica rappresenti senza dubbio la soluzione meno costosa, in genere è possibile ritrovare degli ottimi rapporti qualità prezzo anche nei modelli con i rebbi in acciaio. Spesso verniciati in modo da rivelarsi meno attaccabili da corrosione e usura, questi prodotti sono di norma l’alternativa più equilibrata, valutando costi, versatilità e maneggevolezza.
Alcuni rastrelli, invece, presentano robusti e duraturi pettini in ferro, sebbene si tratti di un’eventualità perlopiù legata ad attrezzi maggiormente antiquati. Al netto della possibilità di esercitare grande forza senza rischiare alcun danno alla dentatura, queste soluzioni sono negli anni attaccate dalla ruggine, oltre a rivelarsi più pesanti e faticose da manovrare.
Dimensioni e numero di denti
Nonostante siano specifiche senza alcun dubbio fondamentali nell’ottica di identificare il tipo di utensile più aderente ai propri bisogni, la conformazione strutturale generica e i materiali costruttivi non sono le uniche caratteristiche da valutare nel momento in cui si decide di dotarsi di un rastrello di buona qualità e che risulti veramente utile.
Il pettine, infatti, e conseguentemente la dentatura ad esso collegata, può essere configurato in vari modi diversi, con differenti dimensioni e spaziature tra i rebbi, oltre che un numero variabile di questi ultimi. Il rastrello a ventaglio ha una larghezza massima mediamente compresa tra 45 e 60 cm e da 20 a 30 denti molto ravvicinati, mentre i modelli classici presentano altre misure.
Misura | Piccola | Media | Grande |
---|---|---|---|
Larghezza | Da 20 a 30 cm | Da 30 a 50 cm | Oltre i 50 cm |
Numero di denti | Da 10 a 20 | Da 20 a 30 | Oltre i 30 |
Adattabilità | Ottimo per ripulire piccole superfici e operare negli spazi ridotti degli orti | Molto versatile, utilizzabile per svolgere quasi tutti i lavori su prati e giardini | Ideale per le superfici molto estese e per attività edili o di livellamento di ghiaia e simili |
Ancora diverso è il discorso per quanto concerne i rastrelli per giardinaggio adatti alle arieggiature e alle sarchiature. Questi utensili, infatti, hanno di norma sempre un numero di denti superiore a 30, disposti però su 2 file e su un pettine largo dai 30 ai 40 cm, con spaziature più ampie su una fila e più fitte sull’altra, in modo da poter svolgere più funzioni.
A tal proposito, è bene specificare come la spaziatura tra i rebbi sia un altro criterio importante nella scelta del rastrello, poiché determina la tipologia di materiale che si potrà più agevolmente radunare e trasportare. Pur non essendo possibile definire dei valori numerici specifici in tal senso, la distanza tra i denti può essere
- Larga
- Stretta
- Molto fitta
Un rastrello con dentatura larga, indicativamente fino a 3 o 4 cm, si rivela adatta principalmente a radunare fieno, erba, ramoscelli e, in generale, tutti quegli elementi più larghi, i quali non rischiano di passare attraverso gli spazi tra i denti. Questi modelli sono spesso utilizzati anche per la lavorazione della terra prima della semina.
Al contrario, i rastrelli che presentano un pettine dal quale fuoriescono denti più stretti e meno distanti tra di loro, ovvero mediamente 2 cm, sono invece indicati per movimentare materiali con diametri piccoli, vale a dire, ad esempio, ghiaia e pietrisco, oppure per ripulire prati e zone verdi da sfalci più minuti, muschi e residui vegetali simili.
I rebbi che risultano disposti in modo molto fitto, di norma a una distanza inferiore ai 2 cm, sono quelli montati sul più classico rastrello progettato per la raccolta di foglie, pacciame in genere e per la pulizia di zone sabbiose come le spiagge. In tali casi, la minima spaziatura risulta ideale proprio per evitare che le particelle più piccole sfuggano tra la dentatura.
Consigli di uso e manutenzione
Valutati tutti i criteri utili a definire le caratteristiche che i migliori rastrelli devono avere per poter essere considerati davvero efficienti e di buona qualità, è importante tenere a mente alcuni consigli specifici riguardanti le corrette modalità di utilizzo e le accortezze necessarie ad assicurarne la lunga durata negli anni.
In linea di massima, a prescindere dal tipo di attrezzo adoperato e dal genere di lavoro per il quale quest’ultimo è impiegato, è necessario usare tali utensili così da non rischiare strappi muscolari o altri disagi fisici. Nella fattispecie, usando un rastrello occorre sempre mantenere posizioni operative comode, evitando di sforzare schiena e gambe.
Sebbene le peculiarità fisiche dell’utente siano determinanti in questo senso, generalmente è bene usare il rastrello assumendo una posizione ben eretta, con il manico dell’attrezzo inclinato di circa 60° rispetto al terreno. L’applicazione della forza, variabile in base alle tipologie di lavorazioni da eseguire, dovrà essere calibrata in modo da non affaticare braccia, gambe e le fasce muscolari della schiena.
Allo stesso tempo, nell’ottica di evitare possibili danni all’utensile, è fondamentale limitarsi a tirare verso di sé il rastrello con i rebbi rivolti verso il terreno e non spingere il pettine nella direzione opposta, poiché così facendo si rischierebbe di spezzare le dentature, soprattutto quelle realizzate in plastica. Il procedimento di uso ideale prevede di
- Posizionarsi a circa 1 m dalla superficie da rastrellare
- Posare il pettine in maniera da assumere una posizione comoda
- Tirare i materiali verso di sé senza applicare forze che risultino eccessive
- Coi detriti ai propri piedi, proseguire accumulandoli poi nella stessa zona
Per quanto l’impiego del rastrello sia senza alcun dubbio estremamente intuitivo ed elementare, questi semplici suggerimenti possono aiutare a svolgere ogni lavoro senza troppa fatica e mantenendo intatti i componenti dell’utensile. Similarmente, le medesime indicazioni sono utili per capire come usare un rastrello arieggiatore, seppure con qualche differenza.
Le operazioni di arieggiatura, infatti, richiedono di far entrare nel terreno i rebbi per circa 1 cm, cosicché sia possibile rimuovere muschi, radici, erba secca e altri detriti. Se eseguito su superfici leggermente umide, idealmente alla fine dell’inverno, tale intervento favorirà il passaggio di ossigeno e la conseguente salute del manto erboso.
Anche la sarchiatura, utile per evitare l’eccessiva compattazione del terreno, è da svolgere secondo le stesse modalità, al termine delle stagioni invernali ed estive. Questo procedimento è però più invasivo dell’arieggiatura, pertanto si dovranno utilizzare le dentature più lunghe e ravvicinate del rastrello, facendole entrare nella terra fino a 3 o 4 cm.
Indipendentemente dal tipo di lavoro eseguito, per garantire la longevità dei rastrelli è bene anche provvedere a semplici manutenzioni, principalmente evitando che detriti umidi rimangano incastrati tra i rebbi. Ciò può determinare infatti il compattamento di materiali umidi, i quali con il tempo potrebbero corrodere e rovinare le dentature, specialmente quelle metalliche.
La lunghezza ideale del manico è compresa tra 150 e 170 cm
In tal senso sarà sufficiente rimuovere manualmente ogni residuo prima di stoccare il rastrello, eventualmente utilizzando getti d’acqua, avendo però cura poi di asciugare i denti con uno straccio. A questo proposito, lo stoccaggio nei momenti di inutilizzo è consigliabile che avvenga in locali non troppo umidi.
Alcuni manici sono dotati di fori, ideali per appenderli a chiodi o ganci, cosicché i rebbi non rischino di provocare inciampo a terra e, allo stesso tempo, non rimangano a contatto con superfici bagnate. In assenza di impugnature forate, si potrà appoggiare lo strumento a un muro del garage o dell’officina, sincerandosi però della sua stabilità e con i rebbi rivolti sempre verso la parete.
Infine, sempre nell’ottica di evitare usure precoci, è bene evitare che il rastrello rimanga esposto alle intemperie. Manici di legno e pettini metallici sarebbero facilmente attaccabili da marciume e corrosione, mentre gli elementi plastici soffrirebbero gli sbalzi termici, il calore estivo e le più rigide temperature invernali.
Recensioni dei migliori rastrelli
1. Fiskars 1003465
Solido nella struttura, già comprensiva di comodo manico, e adatto a svolgere diverse lavorazioni, Fiskars 1003465 è un rastrello senza dubbio maneggevole, facile da adoperare in qualunque situazione e conformato in modo tale da rivelarsi particolarmente efficace nell’assolvere ai compiti per i quali è stato progettato.
Tra le peculiarità costruttive più interessanti di Fiskars 1003465 vi è la configurazione iniziale che prevede già la presenza di un manico, avente anche un pratico foro sulla sommità che permette di appenderlo senza occupare spazio nel garage. Realizzato in leggero ma resistente alluminio, consente di lavorare senza fatica e nella posizione più consona.
La medesima qualità costruttiva è evidente prendendo in esame la dentatura di questo ottimo rastrello. Il pettine è di plastica robusta e flessibile, materiale che garantisce solidità e versatilità, così come i 25 rebbi, disposti secondo un design progettato per rivelarsi efficace durante la raccolta di sfalci e foglie.
Nel complesso, anche le misure sono ideali, poiché la lunghezza totale, comprensiva di manico e pettine, è pari a 175 cm, mentre la larghezza della superficie di lavoro è di 52 cm, valore ottimo anche per lavorare su superfici di media metratura. Ciò è possibile anche grazie all’eccellente maneggevolezza, assicurata da un peso di soli 580 g.
2. Wolf-Garten 3554000
A fronte di una misura operativa che lo rende ideale sia per pulire che per coadiuvare la semina, Wolf-Garten 3554000 è un attrezzo davvero utile, un rastrello funzionale, flessibile tanto nella forma quanto nell’adattabilità, e soprattutto sufficientemente robusto da poter essere usato in vari modi.
Grazie a una conformazione che combina le forme dei modelli classici con la flessibilità di quelli a ventaglio, Wolf-Garten 355400 è certamente versatile. La dentatura, composta da 21 elementi in plastica resistente e di alta qualità, ben si adatta a differenti esigenze, tanto in termini di spaziatura tra rebbi quanto di larghezza operativa.
Nell’insieme, infatti, la misura di questo prodotto consente di operare su percorsi aventi ampiezza di 42 cm, oltretutto in modo piuttosto maneggevole. A ciò concorre anche il peso estremamente ridotto, tenendo però presente la necessità di collegare ad esso un manico compatibile, giacché non è incluso nella dotazione iniziale.
Quest’ultimo potrà essere unito al rastrello stesso grazie a un pratico attacco rapido a incastro, offrendo la possibilità all’utente di scegliere quale manico possa rivelarsi più adatto agli usi previsti. L’utensile può infatti essere adoperato con successo per ripulire prati e zone verdi, così come per livellare il terreno, il pacciame o distribuire concimi durante la semina.
3. Maurer 8280200
Ideato per rivelarsi un aiuto fondamentale durante le operazioni più complesse, il rastrello Maurer 8280200 ha una versatile e resistente struttura a doppia dentatura progettata appositamente nell’ottica di svolgere, dentro orti e su prati verdi, lavori più particolari richiedenti attrezzi specifici, duraturi nel tempo e affidabili.
Data la precisa destinazione d’impiego, orientata soprattutto verso quelle lavorazioni più faticose da svolgere nel giardino, Maurer 8280200 ben si presta a simili utilizzi pure per via delle dimensioni. La struttura, alla quale sarà necessario aggiungere un manico, è larga 32 cm, alta 22 cm e ha un peso di 940 g.
Il peso è adeguato, dato che il rastrello è formato da un pettine a doppia dentatura, realizzata in robusto e duraturo acciaio. Nello specifico, la parte che presenta l’attacco per il manico è in acciaio verniciato, mentre gli elementi operativi sono di acciaio zincato, dunque entrambi resistenti nel tempo a usura e corrosione.
Detta conformazione, nella fattispecie, presenta un totale di 32 rebbi, divisi su 2 file. Sulla fila superiore si trovano 21 denti piuttosto ravvicinati tra loro, mentre su quella inferiore ci sono 11 elementi con una spaziatura maggiore. Ciò consente di lavorare tanto per arieggiare le aree verdi quanto per eseguire sarchiature su terreni da coltivare.
Opinioni finali
Si tratti di lavori di semplice e ordinaria pulizia del proprio prato, di necessità più peculiari riguardanti la cura annuale degli orti oppure di operazioni di livellamento di superfici sabbiose o ghiaiose, il rastrello è il miglior attrezzo da adoperare. Data la consistente offerta di modelli sul mercato, però, occorre capire quale scegliere a seconda delle proprie esigenze.
Nel caso in cui si fosse alla ricerca di un prodotto già completo, adatto per svolgere le più classiche lavorazioni di pulizia nel migliore dei modi e venduto a un prezzo conveniente anche in assenza di sconti, Fiskars 1003465 può senza dubbio rappresentare un’ottima scelta. Comodo e ben strutturato, si rivela adattabile con facilità a tutti gli utilizzi più comuni.
Qualora fosse invece preferibile indagare fasce di prezzi più basse e, al contempo, godere di migliori possibilità di personalizzazione per quanto concerne il manico da accoppiare, il rastrello Wolf-Garten 355400 va di certo considerato come una possibilità di ottimo livello. L’equilibrio tra le possibilità operative e la maneggevolezza è di certo notevole e adeguato a molti utenti.
Al contrario, per chi ha bisogno di un utensile con una robustezza molto accentuata e adatto a svolgere lavori più impegnativi, fra le molte offerte potrebbe trovare particolarmente interessante, anche senza l’applicazione di uno sconto, Maurer 8280200. Il rapporto qualità prezzo è assolutamente favorevole, tenendo presente inoltre la generale versatilità
Quale rastrello scegliere? Classifica (Top 3)
Prodotto | Offerta | Sconto | Voto |
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Domande frequenti
- Si può usare per raccogliere deiezioni animali?
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Certamente sì. Per simili impieghi possono essere adoperati con maggiore efficacia rastrelli con pettini a conformazione classica, sebbene all’interno di stalle o pollai risultano utilizzabili senza problemi anche i modelli a ventaglio più robusti.
- Cosa fare se la vernice si scrosta?
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Nel caso in cui la struttura che collega il pettine al manico del rastrello presenti segni di corrosione o di distacco del rivestimento protettivo, sarà sufficiente passare della carta vetrata in modo da ripulire la superficie e poi applicare un nuovo strato di vernice antiruggine.
- Come si verifica la compatibilità del manico?
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I rastrelli con innesto a incastro sono spesso compatibili con manici prodotti dalle stesse aziende, mentre i terminali filettati sono di norma universali. In presenza dei classici fori di collegamento, invece, sarà sufficiente sincerarsi che i diametri siano uguali.
- È adoperabile sui prati sintetici?
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Sì, la pulizia delle foglie può essere effettuata senza problemi anche sui prati sintetici, sebbene sia consigliabile usare rebbi in plastica conformati a ventaglio, così da non rischiare di incidere lo strato inferiore del manto artificiale.
- Quanto sono lunghi i rebbi?
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Dipende chiaramente dai modelli e dagli utilizzi per cui sono stati progettati. In linea di massima, le strutture a ventaglio hanno dentature lunghe anche fino a 30 cm, mentre le altre conformazioni presentano di norma rebbi lunghi da 8 a 15 cm.
- Esistono manici allungabili?
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Sì, in commercio esistono varie possibilità di manici telescopici, allungabili anche fino a 200 cm. Prima di effettuare un acquisto per il proprio rastrello, ovviamente, sarà però necessario verificare la compatibilità tra gli innesti.
- I modelli a ventaglio sono adatti a radunare sfalci?
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Gli attrezzi con le dentature disposte a ventaglio sono progettati per radunare principalmente foglie e detriti molto morbidi. Per il recupero di sfalci, erba e simili è quindi preferibile dotarsi di utensili con pettini classici.
- La dentatura si può sostituire?
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Certi prodotti di fascia medio alta presentano dei rebbi collegati al pettine con bulloni e viti, permettendo a tutti gli effetti il ricambio di un elemento in caso di rottura. Gli altri modelli, invece, non consentono la sostituzione di denti danneggiati.