Confronto dei microfoni a condensatore migliori
- Facile da posizionare grazie al cavo XLR lungo 6 m
- Corpo in metallo con finiture in nickel satinato
- Ha una sacca in tessuto con cordoncini per riporlo
- Elegante design cromato in perfetto stile anni ’50
- Alla base ha un cavalletto a 3 piedi richiudibile
- Diaframma largo da 25 mm ideale per il parlato
- Indicato per un uso da tavolo, poiché pesa 520 g
- Consente il collegamento diretto di una cuffia
- Alimentazione tramite presa USB del computer
- Ricca dotazione comprensiva di supporti e filtri
- Montato su shock-mount è a prova di vibrazione
- Include anche un alimentatore Phantom da 48 V
Come scegliere un microfono a condensatore
Indice
Descrizione generale
A chi non piace registrare le proprie creazioni magari mentre si suona uno strumento musicale o si canta un pezzo da noi scritto, per non parlare poi di chi per professione necessita di usare la propria voce per creare contenuti, dalle trasmissioni radiofoniche ai podcast ai video tutorial. Per lavoro o per svago può capitare di ritrovarsi a usare un microfono, ovvero un dispositivo che serve a trasformare le onde sonore in segnali elettrici. Quando un suono si propaga all’interno di un ambiente varia la pressione esercitata sull’aria ed è proprio questa variazione di pressione ciò a cui è sensibile l’apparecchio.
La conversione dell’onda sonora in segnale elettrico avviene tramite un trasduttore, il quale può essere di vario tipo in base alla modalità in cui trasforma l’energia. Ne consegue che i dispositivi per la cattura del suono si classifichino secondo diverse tipologie, variabili in base a costruzione e modo in cui trasformano l’onda sonora. Il microfono a condensatore, come suggerisce il nome, è costituito al suo interno da un condensatore, ovvero 2 conduttori elettrici isolati, i quali, caricati con carica opposta, generano tra loro un campo elettromagnetico producendo così una differenza di potenziale.
Tipologia | Occasione d’uso | Peso | Dimensioni | Supporto |
---|---|---|---|---|
A condensatore | Incisione da studio | Da 300 a 500 g | 20 x 7 x 7 cm | Obbligatorio |
Dinamico | Esibizioni live | Da 300 a 700 g | 25 x 7 x 7 cm | Nessuno |
Essendo dotato di tale componente elettrico, risulta facile capire come il microfono a condensatore funzionamento sia basato su alimentazione elettrica. Questa è la caratteristica che lo contraddistingue da un microfono dinamico, il quale per funzionare invece non necessita di alcuna fonte di energia esterna, poiché sfruttando il fenomeno dell’induzione elettromagnetica genera corrente elettrica solo quando attraversato da un’onda sonora capace di far oscillare un elemento metallico all’interno di un campo elettromagnetico. In generale i modelli dinamici sono più adatti in caso di esibizioni live, come concerti e spettacoli dal vivo, invece quelli a condensatore sono maggiormente indicati per la registrazione, sia essa quella di un video tutorial che di un brano musicale da inviare a qualche produttore.
Il fatto che racchiuda in sé componenti complessi non deve lasciare dubbi su cos’è un microfono a condensatore, in quanto si tratta semplicemente di uno strumento per la cattura del suono basato su un condensatore integrato al suo interno. Essendo composto soprattutto da metalli come nickel e acciaio, con alcune rifiniture in plastica, in generale risulta più pesante rispetto ad altre tipologie di modelli.
È l’ideale per la registrazione di demo musicali
Il suo essere un oggetto con una certa solidità e robustezza è dovuto anche al fatto che il microfono a condensatore nasce per un utilizzo professionale all’interno di studi di registrazione. Dunque non viene adoperato nelle trasmissioni tv in cui di norma si vedono modelli tenuti in mano a mo’ di gelato o indossati su giacche e vestiti, ma si tratta piuttosto di strumenti da fissare saldamente a un supporto e se possibile utilizzare in ambienti adeguatamente insonorizzati come le sale di incisione.
Struttura e dotazione
A una prima occhiata un microfono a condensatore sembra avere un aspetto molto simile alla maggior parte dei microfoni. Effettivamente è vero che al suo interno meccanismi e funzionamento sono ben diversi, ma all’esterno vi sono oggettivamente delle somiglianze. Per questo la sua struttura include
- Corpo
- Capsula
- Connettore
- Manopole
- Spia
A racchiudere in sé tutti gli elementi è il corpo, il quale è anche la parte che normalmente si afferra con le mani quando si posiziona il dispositivo. La capsula o diaframma invece è la zona collocata alla sommità del microfono a condensatore per voce ed è caratterizzata dalla presenza di una griglia metallica dotata di piccoli fori al fine di consentire l’ingresso delle onde sonore. Infatti è proprio questo elemento a catturare suoni di ogni genere indistintamente. Altro componente fondamentale è il connettore, ovvero la presa per collegare via cavo lo strumento a un’altra apparecchiatura o all’alimentatore.
L’apparecchio necessita sempre di essere fissato a un supporto
Vi sono microfoni condensatore in cui si trova pure un secondo attacco di tipo mini-jack 3,5 mm col quale è possibile collegare delle cuffie per sentire in diretta il suono in uscita. In questi casi, oltre a esserci un’altra presa, non è raro trovare anche una o più manopole, le quali hanno lo scopo di aumentare o diminuire il volume del ritorno in cuffia dell’audio in uscita. Laddove presenti, tali opzioni sono alquanto utili per sentire sul momento la qualità di ciò che si sta registrando e all’occorrenza intervenire in caso di problemi. Talvolta sul microfono a condensatore può esserci pure una spia luminosa a indicarne lo stato, ovvero se tutto funziona correttamente oppure no.
Trattandosi di un prodotto molto sensibile, per non catturare rumori indesiderati come, per esempio, quelli di un cantiere vicino alla propria abitazione, necessita di essere adeguatamente isolato. Per questo motivo nella confezione di un microfono a condensatore non mancano mai degli accessori, tra cui uno o più supporti, i quali hanno appunto lo scopo di sorreggere il dispositivo e tenerlo il più possibile lontano da disturbi e vari rumori di fondo. Tra i supporti vi sono
- Braccio pieghevole in metallo da avvitare al piano d’appoggio
- Pinza con molla da attaccare ad asta microfonica
- Shock-mount, volgarmente detto “ragno”, utile contro le vibrazioni
- Stand treppiede comodo per un utilizzo su scrivania
Talvolta queste componenti vanno acquistate separatamente, altrimenti si possono trovare nella confezione originale. In ogni caso si tratta di elementi imprescindibili per l’utilizzo del microfono a condensatore, il quale, essendo molto sensibile, non può essere tenuto in mano e né tantomeno semplicemente adagiato sul piano di lavoro, ma piuttosto necessita di rimanere il più possibile isolato dai rumori di fondo, i quali possono compromettere il risultato del proprio lavoro.
Tra gli accessori in dotazione non ci sono solo i supporti ma anche altri componenti, quali cavi di collegamento, custodie e filtri. Questi ultimi si rivelano alquanto utili nel ridurre rimbombo, sibili, scoppiettii e addirittura i soffi prodotti durante la respirazione, migliorando così anche la pronuncia di quanto parlato o cantato.
Nello specifico il filtro antipop è una sottile calza di nylon da posizionare a 5 cm di distanza per ridurre l’effetto popping delle consonanti esplosive “p”, “b” e “t”, per produrre le quali viene emessa molta più aria del normale. Per usarlo solitamente basta fissarlo allo shock-mount o avvitarlo all’asta microfonica. Altro elemento spesso presente nella dotazione è il filtro antivento, ovvero una copertura in spugna da inserire direttamente sopra la capsula microfonica per ridurre i disturbi provocati da vento, sospiri e sibili causati dalle consonanti sibilanti “s” e “f”.
Caratteristiche tecniche
Qualsiasi dispositivo per registrare il suono possiede delle caratteristiche tecniche, le quali sono legate in parte alla sua costruzione e in parte al principio base del suo funzionamento. Dunque nel momento della scelta del microfono a condensatore occorre valutare attentamente anche questi parametri, poiché saranno proprio loro a garantire una resa migliore e a farci faticare di meno durante le incisioni.
Rapporto tra tensione elettrica e pressione acustica, la sensibilità rappresenta l’effettiva resa che è in grado di dare il dispositivo in termini di volume in uscita e di norma è un numero sempre negativo se espresso in dBV/Pa altrimenti positivo in mV/Pa. A un maggiore valore corrisponde una più alta sensibilità, mentre invece più la cifra è bassa e meno sarà sensibile. Solitamente un microfono a condensatore professionale ha una sensibilità compresa tra 5 e 20 mV/Pa e da -45 a -30 dBV/Pa. Ciò che sentiamo in assenza di segnale sonoro è invece il rumore di fondo o self noise, un parametro che più basso è e meglio è. In questa tipologia di strumenti di solito si aggira intorno ai 14 dB SPL.
Parametro | Unità di misura | Valore ottimale |
---|---|---|
Sensibilità | mV/Pa | da 5 a 20 mV/Pa |
Rumore di fondo | dB SPL | 14 dB SPL |
Rapporto segnale rumore | dB | 74 dB |
Massima pressione sonora | dB | 150 dB |
Impedenza d’uscita | Ω | Lo-Z |
Come suggerisce il nome, il rapporto segnale rumore altro non è che il rapporto tra il valore del rumore di fondo e quello della sensibilità, il quale per essere eccellente dovrebbe aggirarsi intorno ai 74 dB. La massima pressione sonora, detta anche MSPL, invece è il massimo livello di pressione sostenibile dal dispositivo, superato il quale il segnale in uscita tende a risultare distorto. Dunque maggiore è tale livello e meno sarà frequente il verificarsi di distorsioni. Per questo motivo una MSPL di 150 dB è da considerarsi eccellente, mentre una da 120 solamente buona.
Per esempio, se si necessita di registrare un’orchestra con più elementi che suonano in contemporanea, avere uno strumento ad alta sensibilità potrebbe compromettere irrimediabilmente la qualità del prodotto finale, in quanto si creerebbero certamente distorsioni dovute al superamento della MSPL. In questo caso la scelta tra microfono a condensatore o dinamico sarà verso quest’ultimo, poiché si tratta di un dispositivo meno sensibile e di conseguenza ottimo da usare anche in contesti molto rumorosi come i concerti dal vivo. Viceversa se l’ambiente circostante è ben insonorizzato e privo di disturbi, ci si potrà avvalere di un microfono a condensatore, il quale è altamente sensibile e riesce a cogliere tutte le sfumature della propria voce o del proprio strumento musicale.
Più uno strumento è sensibile e più catturerà facilmente anche suoni deboli
La maggior parte dei microfoni a condensatore per voce oggigiorno ha una bassa impedenza d’uscita, la quale, identificata dalla sigla “Lo-Z”, significa che il dispositivo è meno reattivo e ha bisogno di essere maggiormente amplificato, inoltre risulta generare il minor rumore possibile grazie all’utilizzo di cavi molto lunghi. Funziona esattamente al contrario nel caso dell’alta impedenza, la quale è contraddistinta dalla sigla “Hi-Z” e la si ritrova solo in alcuni prodotti, i quali però hanno il grosso svantaggio di supportare collegamenti con filo fino a 5 m di lunghezza, non oltre, pena un peggioramento della qualità del segnale sonoro.
Perciò se si sta organizzando un grosso evento e si ha bisogno di disporre amplificatori, mixer e tutte le apparecchiature necessarie a parecchi metri di distanza le une dalle altre è meglio optare per un modello a bassa impedenza, il quale consente l’utilizzo di cavi anche molto lunghi. In questo modo il posizionamento sarà più facile e l’evento un successo assicurato, poiché si riuscirà a sentire distintamente sia la musica che il parlato senza fastidiosi fischi né tantomeno perdite nella qualità dell’audio.
Direzionalità del suono
Parametro fondamentale nella scelta di un microfono condensatore è la direzionalità, ovvero il modo in cui il dispositivo riesce a catturare le onde sonore in base alla direzione di provenienza. Tale grandezza viene rappresentata attraverso uno speciale grafico a cerchi concentrici chiamato diagramma polare, il quale mostra la sensibilità relativa a una determinata frequenza o angolazione. Andando dall’esterno verso l’interno ogni cerchio indica una certa quantità di dB persi. Per questo motivo il grafico può assumere varie forme in base al tipo di strumento.
I modelli cardioide sono molto indicati per la registrazione della voce
La direzionalità del suono è classificabile innanzitutto in base alla direzione d’arrivo, distinguendo così tra 3 tipi. Il primo è il microfono a condensatore omnidirezionale, dove l’angolo da cui arriva il segnale sonoro è di 360°, dunque esso può provenire indistintamente da qualsiasi parte e sarà sempre captato allo stesso modo. Nel modello bidirezionale l’onda sonora viene catturata da 2 direzioni opposte contemporaneamente, solitamente davanti e dietro, ma non ai lati, e in che quantità dipende dalla tipologia. Un dispositivo unidirezionale invece riprende solo la direzione in cui è rivolto, ovvero di fronte a sé.
Ogni tipologia risulta più o meno utile in base al contesto in cui viene utilizzata. Per esempio chi sta girando un documentario sulla foresta tropicale e vuol far sentire i suoni della natura circostante dovrà prediligere uno strumento omnidirezionale in grado di cogliere i rumori ambientali da qualsiasi lato. Se invece si sta incidendo la base di chitarra per il proprio pezzo è bene prediligere invece un modello unidirezionale. Per capire quale sia la scelta più adatta a noi occorre rifarsi al diagramma polare, il cui grafico può assumere varie forme
- Cardioide
- Supercardioide
- Ipercardioide
In caso di microfono a condensatore cardioide il segnale viene catturato se proveniente dal fronte della capsula e non dal retro, dunque si tratta di un dispositivo unidirezionale creato appositamente per ricevere le onde sonore che gli si presentano davanti. Per questo il grafico assume la forma di un cuore rovesciato con la punta rivolta verso l’alto. La maggior parte dei microfoni a condensatore sono per l’appunto a cardioide e unidirezionali, poiché sono appositamente progettati per catturare il segnale sonoro di una specifica fonte.
Il microfono a condensatore supercardioide rappresenta una versione potenziata del cardioide in cui, oltre a captare i suoni frontali, il dispositivo riesce a cogliere in minima parte anche quelli provenienti da dietro. Discorso simile anche per l’ipercardioide, dove i segnali in arrivo da davanti vengono catturati insieme a buona parte di quelli in arrivo dal retro. Dunque entrambi sono strumenti bidirezionali e proprio per questo motivo il loro grafico assume una forma a 8 irregolare con l’occhiello superiore sempre più grande di quello inferiore, il quale nel supercardioide sarà un piccolo cerchio vicino al centro, nell’ipercardioide invece un anello di poco più grande ma mai pari a quello superiore.
Modalità d’uso
Trattandosi di un dispositivo di una certa complessità, è lecito chiedersi come usare un microfono a condensatore. Qualora non fosse già tutto incluso nella sua dotazione, è bene procurarsi cavi e supporti, i quali sono indispensabili sia nei collegamenti sia anche solo per sostenere lo strumento durante l’utilizzo. Perciò per usarlo bisogna
- Posizionare e montare il dispositivo su un supporto
- Collegarlo all’alimentazione e all’amplificatore
- Se possibile, metterlo in comunicazione col computer
- Effettuare la registrazione del suono
- Scollegare tutti i cavi e riporlo
La prima cosa da fare è posizionare il microfono a condensatore nell’ambiente in cui si andrà a registrare, sia esso uno studio di registrazione professionale o la propria camera da letto. Poiché ovviamente nessuno vuole che il suono di un clacson di un’auto di passaggio rovini una performance perfetta durante l’incisione, bisogna fare in modo di tenere l’apparecchio il più possibile lontano da porte e finestre, dalle quali possono facilmente entrare fonti di rumore indesiderato.
Scelta la stanza occorre necessariamente fissare il dispositivo su un supporto, quale non è importante, può essere un ragno, un braccio estensibile o un’asta microfonica, purché si tratti di un supporto originale e non improvvisato, solo così non cadrà per terra e non assorbirà accidentalmente vibrazioni. Montato il dispositivo occorre collegarlo all’alimentazione, ma il modo in cui farlo dipende dal modello. In caso di strumento con alimentatore Phantom bisognerà connetterlo a quest’ultimo e a un apparecchiatura di amplificazione esterna, come mixer, amplificatore e scheda audio. Qualora invece si tratti di un modello alimentato a USB, sarà tutto molto più semplice.
Se ci si sta chiedendo come collegare un microfono a condensatore al pc, il metodo è proprio questo, ovvero ricorrere alla porta USB del proprio computer per alimentarlo e ricevere il suono catturato. In alcuni casi è possibile connettere al computer anche i modelli con alimentatore Phantom, ma solo qualora questi abbiano nella loro dotazione un cavo XLR con uscita mini-jack per consentire di acquisire il segnale sonoro.
Per risultati ottimali è meglio posizionarsi tra i 5 e i 10 cm rispetto all’apparecchio
Fatte tutte le connessioni, il microfono a condensatore è a tutti gli effetti pronto all’uso e può iniziare a registrare i contenuti di nostro interesse, siano essi parlato, cantato o lo strimpellare di uno strumento musicale. Poiché solitamente si tratta di apparecchi cardioidi unidirezionali, i quali dunque catturano i suoni di fronte a loro, è bene prestare attenzione a come ci si posiziona davanti al dispositivo, in modo da non essere spostati ai lati ma neanche troppo vicini o lontani da esso. Solo così l’onda sonora fluirà liberamente e si eviterà di catturare rumori indesiderati o effetti collaterali, quali rimbombo, consonanti esplosive e sibilanti.
Quanto registrato ovviamente è ascoltabile in diretta nello stesso momento in cui si registra. Addirittura in certi modelli è possibile collegare una cuffia direttamente allo strumento per sentire l’audio in uscita, altrimenti in ogni caso lo si potrà fare collegando la cuffia a computer, mixer o scheda audio, o ancora dall’amplificatore connesso. Dopo aver terminato la registrazione, specie se in ambiente domestico, è bene scollegare tutti i cavi e smontare il microfono a condensatore dal suo supporto per riporlo. Così facendo si eviterà di lasciarlo in balia di polvere e urti accidentali, i quali potrebbero comprometterne il funzionamento.
Funzionamento e tipologie
Per capire un microfono a condensatore come funziona è necessario partire proprio dai conduttori, i quali, detti armature, sono collocati a una certa distanza l’uno dall’altro. Tra essi ce n’è sempre uno fisso denominato “black plate” e uno elastico solitamente ricoperto in polvere d’oro, il quale rappresenta la membrana del dispositivo su cui va a scontrarsi l’onda sonora. Le 2 armature vengono alimentate tramite energia elettrica in modo da essere polarizzate con cariche opposte e generare così un campo elettrico.
Quando si produce un suono, l’onda sonora si propaga facendo sì che l’armatura elastica vibri avvicinandosi e allontanandosi dalla black plate in base alla pressione ricevuta. Ne consegue un cambiamento di distanza tra le 2 armature, il quale, seppur piccolo, provoca una variazione della tensione elettrica in uscita. La presenza di un simile meccanismo lascia intuire che in un microfono a condensatore il funzionamento è strettamente legato all’alimentazione elettrica delle armature. In rari casi essa avviene tramite una batteria integrata.
Alcuni modelli si possono collegare direttamente al computer senza bisogno di altre apparecchiature
Per i neofiti, chi fosse inesperto e non volesse perdersi dietro a tanti collegamenti che potrebbero confondere anche i più pazienti, la buona notizia è che esistono in commercio anche modelli di microfono a condensatore usb, i quali, invece di ricorrere all’alimentazione Phantom, si alimentano attraverso il dispositivo USB a cui sono connessi, purché esso sia dotato di scheda audio alla quale possano trasmettere il segnale sonoro. Dunque qualsiasi pc sarà perfetto, non importa se desktop o laptop e nemmeno se con sistema operativo Windows o MacOs, affinché tutto funzioni correttamente lo strumento può essere collegato a un computer e, in pochi secondi, essere pronto per farci esibire.
Se invece si è già pratici o si desidera usare la strumentazione a scopo prettamente professionale piuttosto che amatoriale, le procedure saranno più complesse seppur sempre assolutamente accessibili, a patto di seguire iter precisi. Nella stragrande maggioranza dei modelli professionali l’elettricità scorre lungo gli stessi cavi in cui transita il segnale audio, caricando così il condensatore con una corrente continua DC solitamente di 48 V, ma talvolta anche di 24 o 12 V, tramite alimentatore Phantom.
Questa tipologia di alimentazione la si ritrova oggigiorno su molte apparecchiature audio, tra cui mixer, amplificatori, registratori e per l’appunto microfoni a condensatore professionali. In questi ultimi il passaggio della corrente continua al dispositivo avviene tramite connettore XLR con 3 pin finalizzati a fornire una connessione bilanciata con poli positivo e negativo separati dalla massa.
Alimentazione | Connettore | Extra |
---|---|---|
Batteria | Nessuno | Computer |
Phantom | XLR | Alimentazione Phantom e amplificatore |
Phantom | Mini-jack | Alimentazione Phantom e computer |
USB | USB | Computer |
Esistono poi modelli i quali, pur necessitando di alimentatore Phantom, possono essere collegati al computer tramite un cavo con uscita mini-jack. Oltre all’alimentazione occorre tenere conto del fatto che il segnale uscente dalla capsula microfonica ha il grosso problema di avere un’impedenza altissima, ragion per cui necessita di essere preamplificato. Per questo in un microfono a condensatore schema vuole che lo si colleghi a un amplificatore, a una scheda audio esterna o a un mixer al fine di abbassare l’impedenza del segnale generato. Affinché tutto funzioni alla perfezione bisogna eseguire i collegamenti in maniera corretta.
Se l’apparecchio esterno da collegare, sia esso mixer, amplificatore o scheda audio, è dotato di alimentatore Phantom, basterà connettere l’apparecchiatura direttamente allo strumento tramite cavo XLR. Se invece non provvisto di tale tipologia di alimentazione, bisogna prima mettere il microfono a condensatore in collegamento con cavo XLR all’alimentatore Phantom e poi quest’ultimo all’apparecchio esterno.
Sicurezza e manutenzione
Quando si usano apparecchiature elettriche è bene avere la certezza che collegando il proprio dispositivo non ci siano spiacevoli inconvenienti. Per questo motivo anche nel caso dei microfoni a condensatore da studio per usarli in tutta tranquillità è meglio prediligere modelli dotati di
- Marchio CE
- Direttive EMC
- Direttive LVD
Oltre ad avere il marchio CE a garanzia della sua conformità, spesso un microfono a condensatore deve rispettare anche normative quali EN 55014-1:2000, relativa alle emissioni di utensili elettrici e apparecchi similari, e EN 50082-1:1997 inerente l’uso in ambienti residenziali di apparecchiature elettroniche da collegare alla rete elettrica. Tali normative rientrano nelle leggi sulla compatibilità elettromagnetica EMC dei prodotti, le quali a loro volta fanno parte delle direttive sul mercato unico europeo adottato dall’Unione Europea prima ancora della nascita del marchio CE.
Altra normativa da rispettare in questi dispositivi è la Low Voltage Directive (LVD), tra cui EN 60065:1998 inerente i requisiti di sicurezza che dovrebbero avere gli apparecchi elettronici audio e video a bassa tensione, la quale ha lo scopo di far rispettare i limiti di tensione e la conseguente conformità dei materiali di cui è composto lo strumento.
Chi possiede un microfono a condensatore deve prestare attenzione non solo ai marchi presenti sulla confezione e sul libretto di istruzioni, ma è altrettanto importante che se ne prenda cura nel modo giusto. A tal scopo dopo ogni utilizzo è consigliabile dare una pulita allo strumento, senza mai usare acqua né tantomeno detergenti, i quali filtrerebbero certamente nella capsula compromettendone il funzionamento. Perciò diventa fondamentale procedere con cautela durante le operazioni di pulizia, motivo per cui si dovrà resistere alla tentazione di passare l’aspirapolvere se non vogliamo che nella prossima incisione vi siano suoni gracchianti.
Occorre assicurarsi di avere le mani pulite prima di toccare la capsula del dispositivo
Essendo la zona dedicata alla cattura del suono, il diaframma è certamente la più sensibile di tutto il dispositivo, ma non per questo non merita di essere pulita. Anzi a maggior ragione occorre assicurarsi che al suo interno non entri polvere o particelle solide di altro genere. Per questo motivo una volta finito di fare le proprie registrazioni è sempre meglio rimuovere il microfono a condensatore dal suo supporto e riporlo in una custodia. Così sarà al riparo da qualsiasi residuo ma anche da eventuali urti, i quali possono facilmente capitare mentre si svolgono le pulizie di casa.
Di norma è possibile smontare la griglia della capsula, la quale, essendo in metallo, può essere tranquillamente lavata sotto l’acqua aggiungendo all’occorrenza una goccia di sapone neutro. In caso di residui ostinati per liberare dalle ostruzioni tutti i fori della griglia si può anche lasciarla immersa per un’ora in una soluzione decalcificante naturale come l’aceto, altrimenti basta semplicemente ricorrere all’uso di uno spazzolino.
Pur trattandosi di accessori del microfono a condensatore, elementi in cui possono facilmente finire tracce di saliva sono i filtri, ragion per cui diventa fondamentale pulirli periodicamente, solo così dureranno più a lungo e non ci sarà bisogno di acquistarne di nuovi. Nel caso del filtro antipop, trattandosi solitamente di una calza in nylon, basta spolverarlo spesso con un panno morbido e asciutto, cercando di non metterci troppa forza, altrimenti si corre il rischio di strapparlo. Se invece si tratta della copertura in spugna del filtro antivento, essa può essere tranquillamente rimossa, pulita con un panno umido e asciugata accuratamente prima di riporla, altrimenti oltre a bagnare lo strumento rovinandolo finirebbe certamente col produrre muffe ed emettere un cattivo odore.
Recensioni dei migliori microfoni a condensatore
1. Rode NT1A
Quando per lavoro si usa quotidianamente il microfono a condensatore si cerca un prodotto in grado di garantire risultati di qualità. Questo è il tratto distintivo di Rode NT1A, il quale col suo diaframma largo si presta bene a un utilizzo professionale in studi di registrazione domestici e non.
Trattandosi di un modello cardioide in grado di catturare suoni principalmente dal davanti, è importante collocarlo in posizione frontale rispetto a chi si vuole registrare. Misurando 19 x 5 x 5 cm e con un peso di 327 g, Rode NT1A è un prodotto solido e ha anche un’estetica accattivante, data dalla finitura in nickel satinato. Sono proprio queste caratteristiche a renderlo un oggetto di design facilmente collocabile anche in un ambiente domestico.
Nessuna presa di alimentazione sarà mai troppo lontana per questo microfono a condensatore, poiché nella scatola vi è anche un cavo XLR lungo ben 6 m, che permette un facile posizionamento. Inoltre chi ha l’abitudine di portare con sé il proprio dispositivo potrà farlo ancora più agevolmente riponendolo dopo l’uso nel sacchetto in tessuto incluso, il quale, avendo dei cordoncini per chiuderlo e aprirlo all’occorrenza, consente di preservarlo al meglio evitando di toccare direttamente la capsula e tenendola al riparo dalla polvere.
2. Samson Meteor Mic
Le sue forme bombate in stile anni ’50 rendono Samson Meteor Mic il microfono a condensatore da tavolo perfetto da sfoggiare anche nei propri video tutorial. Con integrato un supporto a 3 piedi e sfruttando un cavo USB è possibile collegarlo direttamente al computer senza bisogno d'altro.
Elegante e raffinato, Samson Meteor Mic ha integrato nella parte bassa esterna 3 alette, le quali da aperte formano i 3 piedi di un cavalletto che sorregge l’intera struttura, da chiuse invece riducono l’ingombro dello strumento facendolo sembrare una sorta di piccola navicella spaziale. Aperto o no, risulta un oggetto alquanto bello da vedere e assolutamente da tenere sempre sulla propria scrivania, dove una volta chiuso occupa solo 10 x 4,9 x 4,9 cm per 263 g di peso.
Sul retro ha 2 prese, una di tipo mini-jack per inserire una cuffia e una porta micro-USB per il cavo di alimentazione da collegare direttamente al computer con attacco USB. Sul davanti si trova una ghiera per alzare e abbassare il volume dell’audio in cuffia e una piccola spia LED a indicare lo stato di funzionamento. Avendo un diaframma largo 25 mm, questo microfono a condensatore è perfetto sia per registrare il cantato come pure la voce per i propri video tutorial.
3. Rode NT-USB
Se si è alle prime armi è necessario avere uno strumento in grado di aiutarci il più possibile. È questo il caso di Rode NT-USB, il versatile microfono a condensatore con connettore USB che durante la registrazione consente il collegamento di una cuffia per ascoltare sul momento come esce il suono.
Pur essendo poco ingombrante, viste le sue dimensioni compatte di 18,4 x 6,2 x 5 cm, Rode NT-USB risulta essere piuttosto solido poiché pesa 520 g. Ciononostante il supporto non sarà un problema, in quanto potrà essere collocato su qualsiasi asta microfonica o semplicemente sul cavalletto 3 piedi in dotazione, perfetto per posizionarlo sopra alla scrivania con accanto il proprio portatile a cui collegarlo tramite presa USB usando il cavo lungo 6 metri incluso nella confezione.
Non servono altre apparecchiature per far funzionare questo microfono a condensatore se non un computer a cui alimentarlo e con cui registrare. É compatibile anche con iPad, perciò chi preferisce lo potrà collegare a esso purché utilizzi un adattatore USB-C acquistabile a parte. Computer o tablet poco importa, qualunque sia l’apparecchio connesso non influirà sulla qualità del risultato, poiché questo strumento possiede una tecnologia in grado di garantire suoni eccellenti riducendo la necessità di intervenire in post-produzione.
4. Neewer NW-700
Chi cerca una soluzione all inclusive che fornisca tutto il necessario per iniziare subito a registrare senza acquistare altro non può lasciarsi scappare Neewer NW-700, il microfono a condensatore la cui scatola include supporto a braccio, cavo XLR, alimentazione Phantom e filtri antipop e antivento.
Per prima cosa occorre posizionare il supporto a braccio avvitandolo alla propria scrivania, dopodiché inserire il ragno, lo strumento e il filtro antipop da 15 cm di diametro, solo così si eviterà di acquisire le vibrazioni circostanti. Essendo costituito principalmente da alluminio e metalli vari, Neewer NW-700 ha un peso pari a 316 g distribuito per 16 x 4,8 x 4,8 cm, dunque non proprio leggerissimo, ragion per cui bisogna assolutamente assicurarsi che sia ben fissato al supporto.
Aprendo la scatola si trova, oltre al microfono a condensatore, un alimentatore Phantom da 48 V grande 10 x 8,8 x 4,1 cm con rispettivo filo elettrico, cavo XLR da 2,5 m con uscita mini-jack da 3,5 mm per eventuale connessione al pc, supporto a braccio, ragno, filtro antipop e antivento. Questi elementi contribuiscono a creare il giusto ambiente di lavoro, sostenendolo e isolandolo da qualsiasi disturbo, e anche a tenerlo lontano dalla polvere e da qualsiasi residuo solido.
Opinioni finali
Chi non vorrebbe sentirsi come i propri idoli musicali quando si trovano in sala di incisione? Per essere proprio come loro è lecito chiedersi in mezzo a tante offerte e sconti quale scegliere tra i vari modelli di microfono a condensatore, i quali si differenziano tra loro anche per tipologie di connessioni consentite. Per questo motivo chi necessita di un dispositivo da collegare direttamente al proprio computer è meglio che opti per un modello con presa USB, la quale è in grado di fornire la giusta alimentazione senza bisogno di altre apparecchiature.
Chiunque desideri la migliore qualità costruttiva e risultati professionali senza rinunciare alla praticità non può lasciarsi scappare Rode NT1A, lo strumento di fascia media che collegato a un alimentatore Phantom tramite cavo XLR da 6 m consente un facile posizionamento sia all’interno di uno studio di registrazione che in casa propria. La sua comodità è tale da poterlo portare con sé nelle proprie trasferte senza rovinarlo grazie al pratico sacchetto in dotazione.
Chi realizza video tutorial sa bene quanto sia importante l’estetica sia della persona ripresa sia dell’ambiente circostante. In queste situazioni è bene affidarsi a Samson Meteor Mic, il dispositivo economico da tavolo col miglior design dato dal suo finish cromato. Si tratta di un oggetto non solo bello da vedere ma anche facile da collegare, poiché basta usare il cavo USB incluso nella confezione senza dover ricorrere ad altre apparecchiature.
Solido e di ottima fattura, Rode NT-USB è il microfono a condensatore di fascia media con la migliore usabilità sul mercato, in quanto è sufficiente collegarlo al computer tramite presa USB. Con il cavo lungo ben 6 m non sarà difficile collocarlo in una stanza e darà il meglio di sé su una scrivania poiché si tratta di un oggetto piccolo ma pesante, ragion per cui è meglio fissarlo al cavalletto in dotazione.
Se si punta al miglior rapporto qualità-prezzo, un modello come Neewer NW-700 può soddisfarci appieno, giacché include nella sua scatola un ricco kit di accessori, comprensivo di supporto, ragno, cavo e filtri. Nonostante si tratti di un microfono a condensatore di fascia bassa, la sua dotazione vanta anche un alimentatore Phantom, ragion per cui per farlo funzionare non sarà necessario acquistare altre apparecchiature, poiché nella confezione c’è già tutto il necessario. Fissandolo correttamente al supporto a braccio e montando i filtri e il ragno si otterrà un’ottima incisione priva di disturbi.
Vedendo un’offerta o un semplice sconto spesso siamo invogliati ad acquistare senza starci a pensare troppo. Quando si necessita di un microfono a condensatore è sempre consigliabile prima dell’acquisto valutare attentamente non solo i prezzi, ma anche e soprattutto come si vuole utilizzarlo. Per esempio chi lo usa per lavoro in uno studio di registrazione è meglio che si orienti su modelli da collegare a una scheda audio esterna professionale, al fine di creare un prodotto di qualità superiore.
Quale microfono a condensatore scegliere? Classifica (Top 4)
Prodotto | Offerta | Sconto | Voto |
---|---|---|---|
Domande frequenti
- Può essere abbinato a una fotocamera?
-
No, in quanto esistono appositi dispositivi progettati per assolvere a tale scopo e per questo dotati dei giusti connettori.
- Se è sensibile significa che è fragile?
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No, poiché la sensibilità dello strumento è la sua maggiore o minore capacità di percezione del segnale sonoro, niente a che fare dunque con la fragilità dei materiali. Perciò un dispositivo altamente sensibile è semplicemente un prodotto maggiormente in grado di catturare i suoni, ma non per questo fragile o di scarsa fattura.
- Posso ascoltare l’audio in uscita con delle cuffie wireless?
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Sì, qualora sia possibile collegare lo strumento al computer o ad apparecchiature dotate della stessa tecnologia wireless, altrimenti no, poiché non ci sarebbe modo di connettere le cuffie.
- Per spengerlo basta scollegare la presa USB?
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Sì, in quanto scollegando il connettore si interrompe l’alimentazione. Ciononostante lo si può anche lasciare attaccato al pc, poiché il dispositivo smette di essere alimentato non appena il computer viene spento.
- La qualità della scheda audio influisce sulla resa sonora dell’incisione?
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La resa sonora di quanto registrato dipende esclusivamente dallo strumento adoperato nell’incisione. Dunque la scheda audio utilizzata non conta, va bene sia un’unità esterna sia una versione integrata all’interno di un pc.
- È anti-rimbombo?
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Non esiste alcun apparecchio per la cattura del suono in grado di eliminare fin dal principio il rimbombo. Per liberarsi di questo effetto collaterale occorre lavorare in ambienti insonorizzati o intervenire manualmente in fase di post-produzione con appositi programmi.
- Si può usare con una pedaliera a effetti?
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Dipende dagli attacchi disponibili sulla pedaliera, la quale qualora fosse dotata di presa mini-jack sarà probabilmente abbinabile al microfono a condensatore.
- Esistono modelli wireless?
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Certamente, in commercio si trovano diversi modelli in cui l’alimentazione è lasciata a una batteria integrata e di conseguenza lo strumento non necessita di fili né per alimentarsi né per la trasmissione del segnale sonoro.