Recensione JBL Charge 4
Se si è soliti fare grigliate al lago insieme agli amici non si può non portare con sé JBL Charge 4, la cassa bluetooth rivestita da un tessuto impermeabile anti-schizzo e con 20 ore di autonomia. Inoltre all’occorrenza questa può diventare anche un power bank, evitando che il nostro cellulare si scarichi.
Questa cassa bluetooth può essere utilizzata da qualsiasi device fino a un massimo di 2 in contemporanea purché siano anch’essi dotati dell’omonima tipologia di connettività nella versione 4.2 o inferiore. Con questo sistema si può fruire senza interruzioni di contenuti di vario genere provenienti da televisori, tablet e cellulari in un raggio non superiore ai 10 m di distanza grazie ai protocolli A2DP v 1.3 e AVRCP v 1.6, i quali garantiscono un ascolto di qualità con la possibilità di intervenire sull’andamento della riproduzione.
Anche se non si può usare per rispondere al telefono, in quanto non provvista di microfono, JBL Charge 4 capisce quando arriva una chiamata sullo smartphone connesso e interrompe automaticamente il flusso audio finché non si è terminata la conversazione. In tal modo eviteremo nel mentre di far sentire all’interlocutore la nostra musica e il tutto avverrà senza bisogno di perdere tempo a mettere in pausa ogni volta che si fa o si riceve una telefonata.
Pannello a scomparsa
Nascosti da uno sportelletto in silicone situato sul retro si trovano diversi connettori, tra cui un ingresso mini-jack da 3,5 mm con cui passare all’ascolto cablato, una presa USB-C a cui attaccare il cavo di ricarica e una USB di tipo A attraverso la quale questa cassa bluetooth può fungere da power bank e fornire energia al device così collegato. Tale funzionalità si rivela alquanto utile quando il lettore mp3 in uso è scarico o qualora lo sia il proprio telefono, poiché permette di non rinunciare al loro utilizzo.
La presenza di un pannello a scomparsa a chiusura ermetica e di un tessuto impermeabile con certificazione IPX7 rende JBL Charge 4 a prova di acqua. Infatti il suo corpo di 22 x 9,5 x 9,3 cm per 965 g di peso è in grado di resistere a qualsiasi schizzo, purché ci si ricordi di chiudere lo sportellino sul retro. Non avranno problemi legati a infiltrazioni nemmeno i tasti fisici di controllo collocati sulla parte superiore, ovvero Connect+, -, on/off, connessione, + e play/pausa. Il primo serve ad abbinare altri diffusori compatibili, mentre i restanti si occupano di accendere e spengere l’apparato, attivarne la connettività wireless per il pairing, controllare il volume e l’andamento della riproduzione.
20 ore di autonomia
Alla base del funzionamento di JBL Charge 4 vi è una batteria ricaricabile agli ioni di litio da 7500 mAh, la quale garantisce 20 ore di utilizzo purché prima si tenga il dispositivo collegato alla corrente per 5 ore attraverso il cavo da 1,25 m con connettore USB-C incluso nella dotazione. Le tempistiche dell’autonomia dichiarate sulla confezione possono differire da quelle effettive sia qualora si utilizzi la funzione power bank per ricaricare altri device che in base al volume d’ascolto, il quale comporta maggiori consumi quando il livello è maggiormente elevato.
Toccando il pulsante di accensione retroilluminato situato in alto si accenderanno 5 LED bianchi messi in fila nella parte bassa a indicare il livello di carica di questa cassa bluetooth, i quali se tutti illuminati rappresenteranno il 100%, qualora invece lo sia solo uno esso simboleggerà un’autonomia residua non superiore al 20%. Queste spie sono utili anche durante la ricarica, poiché nel mentre si accenderanno progressivamente fino a restare tutte fisse al suo completamento per indicarci quando è il momento di scollegare il cavo dalla corrente.
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