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Perché è importante
Sterilizzare gli oggetti con cui i nostri bambini entrano a contatto è tra le priorità che ogni genitore deve rispettare, ancor più se si tratta di articoli per puericoltura destinati a essere messi in bocca come i dentaruoli, le tettarelle del biberon o il ciuccio.
Sterilizzare biberon e ciuccio è essenziale durante i primi 6 mesi di vita, mentre il bambino sta ancora sviluppando le difese immunitarie, giacché in questo modo si potranno eliminare germi e batteri, debellare agenti patogeni e tutelare la salute dei piccini.
Il tipo di sterilizzazione da adottare dipenderà dai materiali e dal modello del ciuccio, ma anche dalla frequenza d’uso e dallo sporco accumulatosi durante la giornata e nelle varie circostanze.
Diversi metodi
Per quanto di sicuro è bene seguire le indicazioni riportate dal produttore sulla confezione, la sterilizzazione ciuccio è un’operazione semplice sebbene debba essere ovviamente accurata, ed è possibile scegliere se sterilizzare a caldo oppure a freddo.
La sterilizzazione a caldo è quella che prevede il classico metodo della nonna, ovvero la bollitura per pochi minuti, oppure l’inserimento in sterilizzatore elettrico o in contenitori specifici per microonde.
Per quanto riguarda invece la sterilizzazione a freddo, questa può essere eseguita acquistando uno sterilizzatore UV a pile oppure prodotti in pastiglie o liquidi da diluire in acqua, creando una soluzione in cui immergere e sterilizzare ciuccio, massaggiagengive e altri accessori per bambini.
1.Usare lo sterilizzatore
Quando si valuta come sterilizzare il ciuccio in silicone o altro materiale spesso si opta per lo sterilizzatore elettrico, la medesima tipologia in cui effettuare la sterilizzazione biberon. Questo genere di modelli, infatti, sterilizza biberon ma consente di inserire all’interno anche piccoli giochi, massaggiagengive e, ovviamente, il ciuccio.
La sterilizzazione in sterilizzatore elettrico richiede all’incirca 20 minuti per sterilizzare gli oggetti alla perfezione, dopodiché potranno essere usati nelle 24 ore successive senza timori.
Soluzione altrettanto sicura quando si è fuori casa coi bambini è lo sterilizzatore ciuccio UV. Alimentato a batteria o con cavo USB si tratta di una soluzione leggera e delle dimensioni di una mela, dunque perfetto da tenere in borsa.
Sterilizza a freddo mediante raggi UV, per un tempo variabile davvero irrisorio che va dai 3 ai 5 minuti fino a un massimo di 15. Può essere inserito solamente un ciuccio alla volta, ma si rivela provvidenziale se questo cade durante una passeggiata al parco e non si dispone di un’altra soluzione altrettanto sicura per la disinfezione.
2.Bollitura in pentola
Si tratta del metodo della nonna per eccellenza, quello che tutti sanno mettere in atto anche se è la prima volta in assoluto che si cimentano con tale pratica. Basterà far bollire il ciuccio in un pentolino con semplice acqua per non più di 5 minuti.
Dopo la sterilizzazione è opportuno porre il ciuccio su un foglio di carta da cucina oppure su un canovaccio pulito per farlo asciugare pochi minuti, lasciando che si raffreddi prima di darlo di nuovo al bambino.
3.Sterilizzazione in microonde
Altro metodo semplicissimo e di grande praticità prevede l’uso del forno a microonde per sterilizzare i ciucci. In questo caso ci si potrà avvalere di appositi contenitori o impiegare la scatolina inclusa nella confezione del ciuccio stesso, aggiungendo poca acqua e selezionando una potenza compresa tra i 700 ed i 1000 W, per 2 o 3 minuti al massimo.
Attenzione ai materiali
Caucciù e lattice devono essere trattati con molta cura, non superando le temperature indicate, altrimenti si rischia di rovinare la consistenza e la forma del ciuccio rendendolo appiccicoso in breve tempo.
I ciucci in silicone, soprattutto se in un unico pezzo, possono essere sterilizzati invece molto spesso e nel modo che si preferisce, poiché più resistenti e meno porosi.
Quando sterilizzare il ciuccio
Una volta appreso come sterilizzare il ciuccio è bene soffermarsi su quando sia opportuno farlo. È necessario sterilizzare il ciuccio dopo ogni utilizzo, ogni volta che cade per terra o si sporca, e comunque minimo 1 volta al giorno nei primi 6 mesi di vita del bebè.
È bene però non eccedere e non ripetere l’operazione più di 3 o 4 volte al dì, perché vapore e acqua bollente potrebbero causare deformazioni o causare usura precoce dei ciucci riducendone la durata.
Qualche consiglio in più
Tra i vari consigli utili su come sterilizzare il ciuccio, innanzitutto si deve ricordare di usare sempre e solo acqua potabile, qualora fosse richiesta per il metodo scelto, e di non usare detersivi, soprattutto al cospetto di materiali porosi come lattice e caucciù.
Non si dovrà mai immergere il ciuccio in soluzioni chimiche ma limitarsi ai prodotti specifici reperibili in farmacia o nei negozi per puericultura, sempre assolutamente atossici e sicuri.
Infine, in merito all’abitudine di mettere in bocca il ciuccio dopo una caduta, mentre magari ci si trova fuori casa privi di altre risorse, è bene ricordare che se da una parte la saliva della mamma può aiutare a rinforzare le difese immunitarie del neonato, dall’altra potrebbe rappresentare un veicolo per virus e batteri. È quindi sempre consigliabile limitare questa prassi in favore dei diversi metodi tradizionali per sterilizzare i ciucci.